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In questo articolo, il Dott. Massimo Rossato risponde alle nostre domande che riguardano la sua professione e la sua esperienza nell’ambito della Posturologia. 

Qual è la tua storia? Parlaci della tua formazione e della tua professione.

Mi sono specializzato in Anestesia e Rianimazione con indirizzo in Terapia Antalgica e successivamente in Medicina Iperbarica. La mia scelta è stata sicuramente dettata dall’influenza del lavoro svolto da mio padre e dal suo atteggiamento.

Mio padre era un MMG, che aveva conseguito le specialità in Cardiologia, Anestesia e Rianimazione, ed altre ancora. Ma soprattutto era un medico curioso, sempre alla ricerca di nuove soluzioni terapeutiche per curare i suoi pazienti. Un atteggiamento che lo portò, ad esempio, a studiare l’agopuntura – diventando uno dei primi medici agopuntori in Italia – e ad utilizzare il primo laser terapeutico. Ha sempre condiviso il suo lavoro e le sue esperienze con noi figli (tre di noi hanno infatti seguito le sue orme): a tale proposito, proprio quest’anno ricorrono i cinquant’anni dalla messa a punto del metodo per la terapia anti-fumo che mio padre ha ideato con la nostra collaborazione.

Sulla base di questi presupposti, negli anni ho approfondito la mia conoscenza dell’Agopuntura e di altre Riflessoterapie, frequentando un corso di formazione quadriennale e conseguendo il diploma di Agopuntore. Per di più, ho allargato il mio interesse alla Manipolazione Vertebrale, alla Neuralterapia, alla Mesoterapia, alla Flebologia, all’Ossigeno-Ozono terapia, frequentando i relativi corsi formativi e conseguendone il Diploma.

Cosa ti ha portato ad appassionarti alla posturologia?

Il mio primo incontro con la Posturologia risale a più di vent’anni fa. Partecipando a Lione al Congresso internazionale di Agopuntura, ho appreso che si potevano curare anche le CAUSE del dolore, e non solo i SINTOMI: da allora la mia vita professionale è cambiata.

Ho partecipato a corsi e congressi in Francia ed in Italia, inizialmente come allievo e in seguito come docente e relatore. Per molti anni ho tradotto simultaneamente, dal francese all’Italiano, le lezioni del Prof. Bernard Bricot, padre della Posturologia, apprendendone il metodo. Successivamente mi sono confrontato con molti altri maestri e didattiche.

Ascoltando Bernard Weber, medico anestesista, assertore della necessità di una metodologia rigorosa per poter essere riconosciuti nelle facoltà universitarie, ho capito che era necessaria una svolta anche nella Posturologia. Così ho sentito la necessità di rimettere in discussione la semeiotica e la metodologia della Posturologia, e allo stesso tempo l’empiria che caratterizzava la stabilometria. Ad oggi, il mio impegno in questa direzione ha dato i seguenti risultati:

  • il nuovo protocollo di misurazione in stabilometria;
  • il libro “Stabilometry Standard Guidelines 2011 – 2013 during Clinical Practice”;
  • Postural Equipe, divenuta poi Postural Equipe Academy;
  • Posturologia 4.0.

Ho ricoperto la carica di Presidente del CIES Italia per 13 anni, di Presidente della International Federation on Stabilometry and Posturology Society e tuttora presiedo la Federazione Italiana di Posturologia.

Ma la domanda è più sottile, perché chiede della passione. La passione viene insegnando, trasmettendo ciò che si è appreso, condividendo segreti e soluzioni. Il medico che non trasmette ciò che sa ai suoi allievi, o che ritiene di avere in esclusiva capacità particolari, è solo ignorante.

Durante la pratica della medicina il medico combina scienza ed arte. E come artista, ama la sua creazione e ne viene coinvolto. La sfida con i “casi difficili” mi ha sempre dato la carica e la passione per andare oltre e non considerare mai una patologia come scontata e non curabile.

Qual è l’aspetto che ti appassiona di più del tuo lavoro e quali sono i tuoi progetti per il futuro?

 L’aspetto che più mi appassiona del mio lavoro è quello di curare il dolore. Per quanto riguarda il futuro, ho in mente diverse idee e progetti da sviluppare, tra cui ampliare e approfondire il mio libro “Posturologia 4.0.” con nuovi capitoli. Sicuramente la mia intenzione è quella di divulgare la nozione che la visione in posizione eretta è differente da quella da seduti; poi, diffondere il concetto che le calzature neutre e larghe (quindi non quelle “ortopediche”) sono le migliori. Vorrei inoltre integrare in modo semplice alcuni presidi medici per dare a tutti, il più precocemente possibile, una vera e completa visione binoculare. Mi piacerebbe infine riuscire a incoraggiare il dialogo tra odontoiatri, oculisti, vestibologi e posturologi.

Chi sono i tuoi pazienti? Perché si rivolgono al tuo studio?

I miei pazienti costituiscono una popolazione molto varia: bambini affetti da patologie più o meno gravi, giovani con scoliosi o problemi ai piedi, persone affette da patologie dolorose acute o croniche (ad esempio lombalgia, cefalea, sciatalgia), anziani con vertigini ed instabilità, pazienti con disturbi della masticazione, dell’occlusione e della lingua.

Si tratta per la maggior parte di persone che hanno, o hanno avuto, esperienza di dolore: cercano un “buon medico” capace di coniugare l’esperienza clinica con la tecnologia più moderna.

Negli ultimi anni, tra i miei pazienti è aumentato il numero degli atleti, anche di livello molto elevato, che cercano di ottimizzare il loro rendimento sportivo ed atletico, di prevenire gli infortuni o velocizzare il recupero dagli stessi evitando le recidive. Dagli atleti al fitness il passo è breve e la consapevolezza dell’importanza della qualità della vita, oggi molto più radicata rispetto al passato, costituisce per molti una spinta per rivolgersi a me.

La testimonianza delle persone con le quali ho condiviso una parte del percorso terapeutico, costituisce la conferma che ci può essere una soluzione ai problemi medicali del corpo umano.

Che metodo di lavoro utilizzi?

Nel mio lavoro sono sempre stato guidato dal Metodo Scientifico Galileiano, che insegna a condurre l’esperienza e la ricerca in modo tale che non forniscano risultati arbitrari.

Bisogna avere il coraggio di misurare sempre, anche se non tutto è facilmente misurabile e quindi oggettivabile; anche quando la misurazione fa emergere gli errori, che bisogna avere il coraggio di riconoscere, ammettere e correggere.

La Posturologia 4.0, che contraddistingue il mio lavoro come medico, è una Posturologia personalizzata, su misura, che supera il concetto di una medicina “industrializzata” (la scarpa che va bene per tutti, il libro che va bene per tutti, occhiali generici o cure odontoiatriche standard) per abbracciare un nuovo concetto di reale personalizzazione.

La Posturologia 4.0 è la posturologia scientifica della persona, non più la posturologia delle cose. Si avvale di un hardware basato su immagini raccolte mediante dispositivi medici registrati e brevettati, che vengono successivamente elaborate da un software fino alla stampa dei risultati. In questo modo, il report finale può essere facilmente condiviso sia con il paziente che con altri colleghi specialisti.

 

Quali sono i benefici di un approccio posturologico?

La Posturologia che pratico cambia le relazioni. L’insieme di tutti i recettori del corpo ci colloca nell’ambiente e ci consente di sviluppare le relazioni interpersonali. Il controllo raffinato, ma automatico, delle risposte riflesse ci ha permesso di evolvere le capacità cognitive più elevate, come la comunicazione orale e scritta, l’arte, la filosofia, la religione, la musica, ecc.

Il mio lavoro si riassume quindi nel riequilibrio globale della persona nel suo insieme, nell’idea di costruire un “abito posturale” su misura, cognitivo, sociale, ormonale, affettivo.

 

Raccontaci un tuo caso di successo.

Ricordo il caso di una intera famiglia in cui tutti i componenti, dal padre alla figlia di 4 anni, erano affetti da dislessia: sono riuscito a curarli. Oppure il caso di un ragazzo con danni cerebrali, che è ritornato a correre e a giocare con gli amici. Ancora, una giovane con malattia genetica grave della colonna vertebrale e del midollo spinale, che ha potuto ricominciare a ballare, facendo addirittura diventare il ballo la sua professione. Ma anche atleti olimpici, che hanno trovato nuovi modi per migliorare le proprie performances. Infine ricordo un paziente che, dopo un decennio, è tornato da oltreoceano affermando che la qualità della sua vita era cambiata radicalmente in seguito al mio lavoro.

Che consiglio daresti a chi vuole intraprendere la tua professione?

Il mio consiglio è innanzitutto quello di innamorarsi della materia e poi studiare, studiare ed ancora studiare ciò che i migliori maestri del mondo possono offrire; quindi, impiegare ogni giorno tutta l’energia per condividere la scienza medica con i propri pazienti.

Se hai bisogno di una visita posturale a Padova e provincia lo studio dove riceve il Dott. Rossato si trova presso il poliambulatorio ATIP, a Padova, in via Cornaro, 1: per maggiori informazioni visita il sito www.massimorossato.it

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Lo studio dove esercita il Dott. Rossato si trova presso il Poliambulatorio ATIP, a Padova, in Via Cornaro, 1. È un Centro certificato Postural Equipe by SPRINTIT, il primo network Italiano di centri per la Valutazione Posturale.

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